Johann Wolfgang von Goethe
Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco.
Considerato da George Eliot uno dei più grandi letterati tedeschi e l'ultimo uomo universale a camminare sulla terra, viene solitamente considerato uno dei casi più rappresentativi nel panorama culturale europeo. La sua attività fu rivolta alla poetica, al dramma, alla letteratura, alla teologia, alla filosofia, all'umanismo e alle scienze ma fu prolifico anche nella pittura, nella musica e nelle arti. Il suo magnum opus è il Faust; un'opera monumentale alla quale lavorò per oltre sessant'anni.
Goethe fu l'originario inventore del concetto di Weltliteratur (letteratura mondiale), derivato dalla sua approfondita coscienza ed ammirazione per molti capisaldi di diverse realtà culturali nazionali (inglese, francese, italiana, greca, persiana e araba). Ebbe grande influenza anche nell'ambiente filosofico del tempo, in particolare sulla scia di Hegel e Schelling.
Goethe è considerato da molti il più importante uomo di lettere proveniente dalla Germania e uno degli ultimi "uomini universali". Primogenito di Johann Caspar (1710 - 1782), doctor juris e consigliere imperiale, uomo di formazione, e di Katharina Elisabeth Textor (1731 - 1808), nasce dopo il mezzogiorno del 28 agosto 1749, giorno del primo anniversario del matrimonio dei genitori; è un bambino con un aspetto poco tedesco: è bruno e ha gli occhi neri. Katharina ebbe in verità delle difficoltà nel parto, provocate dall'imperizia della levatrice, che sembra abbiano spinto il nonno materno, Johann Wolfgang Textor, sindaco di Francoforte, a istituire in città l'istruzione ostetrica obbligatoria. Il giorno dopo fu battezzato secondo il rito protestante. Nel dicembre del 1750 nasce la seconda figlia, Cornelia Friederike Christiana (1750 - 1777), la sua compagna di giochi dell'infanzia; gli altri quattro successivi figli moriranno infatti in tenera età.
A partire dal 1755 impara a leggere e a scrivere il tedesco in una scuola pubblica, poi, privatamente, il latino e, in tempi successivi, un poco di greco e di ebraico, il francese, l'inglese, l'italiano - il padre era stato in Italia nel 1740 e aveva scritto, in un italiano approssimativo, un diario del suo viaggio - e poi disegno e musica: il 25 agosto del 1763 assistette a un concerto di pianoforte del settenne Mozart, imparruccato e con lo spadino al fianco. Adolescente, imparerà l'equitazione e la scherma.
Nel 1756, scoppiata la Guerra dei sette anni, i francesi conquistano Francoforte il 1° gennaio 1759 e in casa Goethe s'installa il luogotenente François de Théas, comandante della piazza; con le truppe francesi si accompagnano attori e cantanti e Goethe assiste per la prima volta a recite delle tragedie di Racine e di Corneille e delle commedie di Molière, oltre a opere e intermezzi musicali, fino alla partenza dei francesi, avvenuta il 2 dicembre 1762.
Nel 1764, l'anno della salita al trono di Giuseppe II, gli capitò di raccomandare al nonno materno un giovane per un impiego nell'amministrazione cittadina; assunto, si scopre che quell'impiegato è un truffatore. Johann è, in un primo tempo, perfino sospettato di complicità, ma presto si riconosce la sua estraneità ai fatti.
Ormai diciassettenne, è tempo per lui di frequentare l'Università: egli vorrebbe seguire i corsi di lettere classiche e retorica a Gottinga ma il padre sceglie per lui gli studi di diritto a Lipsia e così, il 30 settembre 1765, Johann parte da Francoforte per quella città bella e moderna, con in tasca la buona somma di 1.200 fiorini a garantirsi un più che decoroso mantenimento.
A Lipsia s'inserisce senza difficoltà nella frivola vita di società, così diversa da quella conservatrice e patriarcale di Francoforte; ha una relazione con Kätchen Schönkopf, scrive il Die Laune des Verliebten (Il capriccio dell'innamorato), una commedia arcadica, e i Die Mitschuldigen (I correi), altra commedia senza pretese, e varie poesie musicate da quel Bernhardt Breitkopf, proprietario di una Casa editrice musicale che diventerà molto famosa, del quale Goethe frequenta la famiglia. Relativamente a questo periodo, egli commenterà di avere allora cominciato a seguire la tendenza a «trasformare in un'immagine, in una poesia e a portare a compimento in me quel che mi dava gioia o tormento o che comunque occupava il mio spirito», e che «tutto ciò che si è conosciuto di me sono solo frammenti di una grande confessione». Fra il febbraio e il marzo del 1768 si reca a Dresda, visitando le collezioni d'arte raccolte nella città e in giugno viene a conoscenza della tragica morte di Winckelmann, che egli apprezzava molto.
Tuttavia, i suoi componimenti non vengono apprezzati ed egli stesso si convince che è meglio consegnare al fuoco la maggior parte di quella prima produzione: conserva le due commedie, la raccolta Annette, costituita da lieder dedicati a Kätchen, le odi dedicate all'amico Ernst Behrisch e poco altro. Una malattia, un'infezione polmonare contratta nel luglio 1768, lo convince a chiudere un'esperienza che egli stesso già riteneva non più sopportabile: così, il 28 agosto 1768 ritorna a Francoforte senza aver concluso nulla.
stralcio da wikipedia
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